Fasi Conclusive

Decisione di sganciamento della bomba e scelte politiche

 

La decisione di sganciare bombe atomiche sulle due città giapponesi dette luogo negli anni successivi a vivaci controversie, e certamente numerosi scienziati che avevano lavorato al progetto Manhattan provarono un forte "disagio morale nel vedere i frutti della loro brillante opera scientifica usati in una maniera che a molti di loro dovette sembrare priva di sufficiente giustificazione morale o militare". Ma veniamo alle spiegazioni ufficiali che furono fornite in proposito. Il 3 ottobre 1945 il Presidente Truman [si veda anche dichiarazione dopo Hiroshima] dichiarò in un discorso al Congresso:

"Quasi due mesi sono passati da quando si è fatto uso della bomba contro il Giappone. La bomba non ha vinto la guerra, ma l'ha certamente abbreviata. E sappiamo che essa ha risparmiato la vita di migliaia di soldati americani e alleati che sarebbero altrimenti caduti in battaglia".

In un articolo dal titolo "Se la bomba non fosse stata sganciata" pubblicato sull'Atlantic Monthly nel dicembre 1946, Karl Compton, che, come membro dell'Interim Committee aveva avuto a suo dire "un'opportunità, forse non comune, di conoscere come stavano i fatti", riferì di essere stato ragguagliato da ufficiali dello Stato Maggiore del generale Mac Arthur sui piani di invasione del Giappone, fissati inizialmente per il 1° novembre '45, che prevedevano la perdita di almeno 50.000 soldati americani nelle prime operazioni terrestri di sbarco e perdite di vite umane anche maggiori nella fase di conquista dell'intero territorio nipponico.

Per cui anche Compton concludeva: "Basandomi su questo quadro, ritengo con la più completa convinzione che l'uso della bomba ha risparmiato centinaia di migliaia o forse parecchi milioni di vite umane, fra giapponesi e americani, e che, se non fosse stata usata, la guerra si sarebbe prolungata ancora per molti mesi... Argomenti come quelli da me citati provano, praticamente con certezza, che se non si fosse usata la bomba si sarebbero avuti mesi e mesi di morti e distruzioni in enormi proporzioni".

Un altro importante articolo per comprendere il processo decisionale che portò all'uso delle bombe atomiche contro il Giappone fu scritto da Stimson, che nel '45 era ministro della Guerra, sulla rivista Harper's Magazine nel febbraio del '47.In quest'articolo Stimson riferisce in dettaglio le decisioni prese dall'Interim Committee: "II 1° giugno [del '45 in seguito a una discussione con la Commissione scientifica [ ... l'Interim Committee approvò all'unanimità i seguenti provvedimenti:

  1. la bomba dovrà essere usata contro il Giappone al più presto; dovrà essere usata su di un doppio bersaglio, cioè su installazioni militari o impianti bellici circondati o adiacenti ad abitazioni;

  2. dovrà essere usata senza preavviso sulla natura dell'arma".

Stimson spiegava anche che l'Interim Committee aveva preso "in attenta considerazione" anche altre alternative, come quella di dare ai giapponesi "un preavviso particolareggiato" o di compiere "un'operazione dimostrativa", ma erano state scartate perché "non ci sarebbe stato nulla di più controproducente, agli effetti di una resa, di una dimostrazione di avvertimento che si concludesse con un buco nell'acqua. Ed inoltre non si avevano bombe da sprecare. Era essenziale effettuare subito un'azione dimostrativa con i pochi mezzi che si avevano". Ma quali erano le ragioni di questa fretta, dato che dallo stesso articolo di Stimson emerge chiaramente che nei piani anglo americani della campagna contro il Giappone non vi era nessun elemento che esigesse che le bombe atomiche venissero sganciate sul paese già all'inizio di agosto del '45 per "impellenti ragioni militari"?

Stimson infatti scriveva: "I piani strategici delle nostre forze armate per la disfatta del Giappone, quali erano nel luglio [19451, erano stati preparati senza tener conto della bomba, il cui collaudo nel New Mexico non era ancora avvenuto. Allora era in programma un blocco marittimo e aereo intensificato, e una sempre più violenta azione di bombardamenti dall'aria per tutta la durata dell'estate fino al principio dell'autunno, a cui il l' novembre sarebbe dovuta seguire l'invasione di Chiu Shiu, l'isola meridionale".

La fretta con cui venne presa la decisione di lanciare le due bombe atomiche sul Giappone appare ancora più strana, se si considera che già in luglio i giapponesi avevano stabilito contatti segreti con i sovietici cercando di ottenere una loro mediazione per una pace negoziata.É singolare che sia Stimson che Compton non facciano nessun riferimento a un'altra parte del piano strategico concordato fra gli alleati per la sconfitta del Giappone, e cioè all'invasione della Manciuria da parte dei sovietici già preparata da tempo. É noto infatti che già alla conferenza di Yalta tenutasi nel febbraio del '45 Stalin aveva dato assicurazione ai suoi alleati che entro tre mesi dalla fine della guerra in Europa i sovietici avrebbero dichiarato guerra al Giappone.La guerra in Europa terminò l'8 maggio; quindi l'offensiva sovietica avrebbe dovuto cominciare l'8 agosto. Come si è detto, la prima bomba atomica fu sganciata il 6 agosto, la seconda il 9 agosto. L'Unione Sovietica dichiarò guerra al Giappone l'8 agosto e iniziò l'offensiva in Manciuria la mattina del 9 agosto.

Quello stesso giorno il presidente Truman in un discorso per radio al popolo americano descrisse l'accordo militare segreto che era stato firmato alla conferenza di Potsdam nel luglio del '45 con le seguenti parole: "Una delle clausole segrete è stata resa nota ieri con la dichiarazione di guerra della Russia al Giappone. L'Urss ha accettato di entrare in guerra nel Pacifico prima di essere informata della nostra nuova arma. Diamo volentieri il benvenuto in questa lotta contro l'ultimo aggressore dell'Asse al nostro prode alleato, vittorioso dei nazisti".

In assenza di impellenti motivi di ordine militare che giustificassero la decisione "evidentemente molto affrettata" di sganciare la prima bomba atomica il 6 agosto, vari commentatori hanno avanzato l'ipotesi che la fretta con cui le due bombe, le uniche esistenti, furono trasportate in volo attraverso il Pacifico per essere sganciate su Hiroshima e Nagasaki fosse dovuta a ragioni di carattere politico "in relazione all'equilibrio delle forze nel mondo del dopoguerra", e in particolare all'esigenza che i giapponesi si arrendessero unicamente alle forze americane, il che puntualmente si verificò il 14 agosto.La campagna sovietica contro i giapponesi terminò il 24 agosto quando l'armata giapponese della Manciuria si arrese ai sovietici, ma, come ha scritto uno storico militare inglese riferendosi a questi avvenimenti, "la prima bomba atomica aveva prodotto nel mondo tale impressione, che pochi fecero attenzione a questo importante passo".

E' a questo punto difficile dissentire dall'opinione a suo tempo espressa dal grande fisico inglese Patrick A.M. Blackett secondo cui il lancio delle bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki "piuttosto che l'ultima azione della seconda guerra mondiale è stata invece in realtà la prima grande operazione della guerra fredda diplomatica contro la Russia".

 
  • immagini

    • Il presidente in carica Harry Truman

    • Il patto di Yalta tra Churchill, Truman e Stalin

    • Il segretario di Stato per la guerra, Henry Stimson

    • Patrick Maynard Stuart Blackett