ANNO 1933

 

Teoria del decadimento beta

 

Una serie di scoperte e di eventi significativi contribuisce a focalizzare fortemente l'attenzione di una parte importante della comunità dei fisici sui fenomeni nucleari e sulle nuove possibilità di ricerca in questo campo.

Nel febbraio 1932 Chadwick dimostra l'esistenza di una nuova particella nucleare, il neutrone.

In aprile Cockcroft e Walton riescono ad ottenere la prima disintegrazione nucleare bombardando nuclei leggeri con protoni artificialmente accelerati. In agosto Anderson individua nelle immagini di tracce lasciate da raggi cosmici l'esistenza di una nuova particella, l'elettrone carico positivamente, subito denominata "positrone".

É la conferma sperimentale dell'esistenza dell'antiparticella dell'elettrone prevista dalla teoria relativistica dell'elettrone di Dirac.

Al ritorno di Rasetti da Berlino-Dahlem nell'autunno del 1932, si decide di dare inizio a un programma di ricerche in fisica nucleare. Per la fine del 1933 la strumentazione nucleare sarà adeguata per fare ricerche secondo linee diverse.

Nell'ottobre di quest'anno Fermi partecipa al settimo Congresso Solvay: la fisica nucleare ha fatto passi da gigante a livello sperimentale e il modello del nucleo composto di protoni e neutroni è abbastanza ben stabilito attraverso il lavoro di Heisenberg, Iwanenko e Majorana.

Sono presenti tutti i più importanti fisici nucleari del mondo, sia sperimentali che teorici, l'unico americano è Lawrence, ideatore del ciclotrone.

In quest'occasione Pauli presenta di nuovo la sua idea del neutrino, che per la prima volta compare negli atti del congresso. Tuttavia è ancora una ipotesi abbastanza vaga e in ogni caso non esiste ancora una teoria formale del processo di decadimento b, che coinvolge l'elettrone.

Due mesi dopo Fermi completa il suo celebre lavoro "Tentativo di una teoria dell'emissione dei raggi beta".

Fermi, ipotizzando l'instabilità del neutrone e il suo decadimento in un protone, un elettrone e un neutrino, formula nel 1933 la teoria del decadimento beta e scopre che responsabile di questo processo è un nuovo tipo di interazioni (dette in seguito interazioni deboli o fermiane), che prendono così il loro posto accanto alle interazioni gravitazionali, elettromagnetiche, nucleari (responsabili della coesione del nucleo).

In questo modo Fermi bandisce formalmente gli elettroni dal novero dei costituenti del nucleo e apre un nuovo campo della fisica delle particelle elementari, la fisica delle interazioni deboli.

L'articolo compare su "La ricerca scientifica", ma in realtà Fermi aveva deciso di annunciare i risultati della sua teoria in una lettera a "Nature". Il manoscritto era stato respinto e gli era stato risposto che conteneva troppe speculazioni astratte ed era "troppo lontano dalla realtà fisica".

Segrè ricorda che Fermi era pienamente consapevole dell'importanza del suo lavoro e disse che pensava che quello sarebbe stato il suo capolavoro, ricordato dalla posterità.

 
  • immagini

    • James Chadwick, scopritore del neutrone

    • Foto di gruppo del congresso Solvay del 1933

    • Fermi al congresso Solvay

    • Articolo sulla teoria del decadimento beta